lunedì 10 febbraio 2014

Cultura sotto zero



Negli ultimi tempi la presunta abolizione della storia dell'arte dalle scuole italiane torna a terrorizzare gli appassionati della materia e gli attuali e futuri professionisti del settore. Quello che bisogna subito sottolineare è che la storia dell'arte NON è stata ancora cancellata del tutto dalle scuole italiane, bensì fortemente diminuita. Questa diminuzione è stata la conseguenza della riforma Gelmini del 2008 che ha stravolto il sistema scolastico nazionale, decretando, inoltre, la lenta ed inesorabile scomparsa degli Istututi d'Arte. Ma di quest'ultimi se ne parla poco. Il problema di questi tempi non tocca soltanto la storia dell'arte in sé ma l'intero insieme della cultura in Italia. Gli ultimi provvedimenti non hanno fatto altro che assottigliare tutto ciò che avrebbe potuto portare all'interesse verso la cultura. Arte, teatro, musica, letteratura sono tutti settori in forte crisi nel nostro Paese. La situazione della Storia dell'Arte nelle scuole dovrebbe essere estesa anche al resto in una visione d'insieme estremamente desolante. Ultimamente era stato promosso un decreto che incentivava l'acquisto di libri. Ebbene, tale decreto di recente è stato modificato con un cambio di rotta radicale, incentrandolo solamente sulle agevolazioni per i librai e gli studenti delle scuole secondarie superiori per l'acquisto di libri di testo. Questa fascia in genere già riceve degli incentivi per questo tipo d'acquisto. Quello che andrebbe fatto è indirizzare gli adolescenti alla lettura per amore della cultura e non solo per studio. Così come per la storia dell'arte. Diminuendo le ore di studio dedicate all'arte si abbassa notevolmente l'interesse dei giovani d'oggi verso un qualcosa, soprattutto in un Paese come l'Italia, che li circondaÈ incredibile che in un posto del genere le persone possano in futuro viverci senza sapere neanche cosa calpestano, cosa osservano, cosa respirano. Addirittura viene promossa la realizzazione di corsi di laurea in lingua inglese, quando spesso non si conoscono neanche le regole basilari della grammatica italiana. C'è una sbagliata educazione linguistica (come dice il prof. Sabatini) che non si risolve con corsi in lingua straniera. Stanno creando una generazione di "titolati senza cultura" che frequentano scuole tecniche, licei scientifici, facoltà economiche senza la minima nozione di arte, musica, letteratura. In questo mondo sta passando il messaggio che solo i numeri contano. La quantità sta prendendo il posto della qualità. 
In questo quadro disastroso, l'unica speranza è che la sete di cultura risvegli gli animi delle persone, troppo spesso assopiti da insipidi programmi televisivi, in cui, guarda caso, il livello culturale è estremamente BASSO. Bisogna sperare nelle persone che continuano a sperare e contemporaneamente ad informarsi sul mondo in cui vivono. Non dobbiamo farci soggiogare da questa logica pessimistica che vuole tutti in balia di una crisi non solo economica ma anche di valori. La situazione non è così nera come sembra. Dobbiamo continuare a credere nella cultura, nel suo valore e trasmettere questo a chi ci governa, utilizzando tutti i mezzi messi a disposizione dalla democrazia, valore in cui credo fortemente. Ecco. Dobbiamo continuare a credere in alcuni valori, e non a chi tenta di disintegrarceli. 
Non lasciamoci portare via la Cultura.

Annapaola Di Maio

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