domenica 16 marzo 2014

Sviste

Un giorno mi è capitata sottomano una rivista molto popolare, per la precisione Oggi n.9 del 26/2/2014 , in cui vi era un articolo intitolato "Perché il Colosseo vale un quinto della Tour Eiffel?" e fino a qui nulla di strano, anzi mi ha interessato molto e per certi aspetti è un articolo che fa riflettere. L'articolo illustra le valutazioni economiche di vari monumenti europei confrontate a quelle dei beni culturali italiani, con dei dati davvero catastrofici. Ma il punto cruciale è un vistoso errore, che se facesse il giro del mondo svaluterebbe ancora di più il nostro patrimonio, il cui responsabile sarebbe il direttore degli Uffizi, Antonio Natali: «... Ci si dimentica che noi possediamo l'unica opera sicura di Leonardo da Vinci su tavola, il Tondo Doni, per non parlare di Michelangelo che quei 12 miliardi se li divora tutti, da solo». Ora, subito mi sono domandata se fossi io l'ignorante o se il direttore degli Uffizi fosse un impostore. Credo che se potesse Michelangelo si divorerebbe lui e il giornalista per questa svista clamorosa. Il Tondo Doni, inutile dirlo, è un importante dipinto su tavola di Michelangelo Buonarroti, custodito attualmente alla Galleria degli Uffizi di Firenze. 

Michelangelo Buonarroti, Tondo Doni, 1506-1508, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Chissà a cosa volesse riferirsi il dott. Natali, e c'è da domandarsi se sia stato un suo lapsus o una negligenza del giornalista, o entrambe le cose. Comunque fatto sta che quando si fa informazione si dovrebbe cercare di prevenire affermazioni errate, soprattutto quando un settimanale ad alta diffusione divulga nozioni culturali. Una cosa è sbagliare il nome di un calciatore che sta con la modella di turno, un'altra è attribuire un'opera a tutt'altro autore.
Un altro simpatico "incidente" è avvenuto pochi giorni fa, su un manifesto per la "Giornata del Sonno" il 14 Marzo (e segnalato dalla pagina facebook Mo(n)stre).


Addirittura una pubblicità patrocinata dal Ministero della Salute, che evidentemente non si è consultato prima con quello dei Beni Culturali, sempre se i loro funzionari se ne fossero accorti. Sembra proprio il caso di dire che Il sonno della ragione genera MOSTRI, in questo caso mostruosità linguistiche. L'opera riportata nel manifesto a cui si fa evidentemente riferimento è la famosa Venere dormiente di Giorgione, nota anche con il nome di Venere di Dresda perché custodita alla Gemäldegalerie di Dresda, appunto.

Giorgione, Venere Dormiente, 1507-1510, Gemäldegalerie, Dresda.

Neanche a farlo apposta nel mirino di queste sviste vi sono due opere più o meno coeve, anche se stilisticamente differenti.
Insomma si ride per non piangere.

Annapaola Di Maio


2 commenti:

  1. Ragionamento valido e invalido come tanti. Proviamoci: il Natali ha EFFETTIVAMENTE avuto un lapsus. Anche il più scalcinato dei custodi assunti-chissà-come può, dopo anni e anni di lavoro attribuire un'opera ad un autrore senza ombra di dubbio. Se però un giornalista che si professa "d'arte" persevera nel suo errore non solo nel registrare sul suo taccuino (o cos'altro) ma nel far stampate l'errore grossolano...beh è meglio che caMib mestiere. Ve ne sono molti di pseudo scribacchini che NON verificano le notizie che riportano.

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    1. Certamente l'errore del giornalista è grave ma forse ignorava completamente l'opera e dava per certe le parole del direttore degli Uffizi.. Ci dovrebbe essere più accortenza.. Non oso immaginare se la storia dell'arte venisse eliminata dalle scuole cosa succederebbe, già da ora pigliano fischi per fiaschi!

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