domenica 20 ottobre 2013

IX Giornata del Contemporaneo - "Sulla soglia" MaraM, Fondazione Filiberto Menna

Il 5 ottobre di ogni anno è la giornata dedicata al Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione Musei d'Arte Contemporanea Italiani) e come di consueto la Fondazione Filiberto Menna offre il proprio contributo per accrescere e promuovere tale manifestazione. L'istituzione, una biblioteca e centro studi sull'arte contemporanea, ha saputo fare di una propria debolezza un punto di forza. Come ormai è ben noto (ma mai abbastanza denunciato) da quasi un anno la Fondazione risulta inagibile e di conseguenza chiusa al pubblico. Per cause maggiori questo luogo ha perso, si spera temporaneamente, la sua destinazione originaria, ma l'attività culturale non è stata bloccata. Durante questo periodo sono stati promossi vari eventi sotto il nome di "Extra Moenia" «un programma nomade di incontri e di proiezioni grazie alla solidale ospitalità e alla collaborazione di Istituzioni, associazioni, gallerie» (dal comunicato stampa del 07/05/2013). 
Questa breve introduzione è importante proprio per comprendere il tema presentato per la IX Giornata del Contemporaneo. Lo scorso 5 ottobre, infatti, si è svolta negli spazi inagibili della Fondazione Menna la performance dell'artista MaraM, intitolata "Sulla soglia".
L'artista, la cui ricerca è improntata sul "diSÈquilibrio", ha voluto «giocare sull'inaccessibilità dell'edificio, sul ruolo e sull'utilità culturale della Fondazione, sulla funzione costruttiva della cultura stessa nella società e sul valore che gli viene attribuito» come da lei stessa affermato. Infatti, durante la performance artistica il pubblico ha dovuto assistere dall'esterno, "sulla soglia", potendo partecipare all'azione soltanto da lontano. 
L'instabilità della struttura è stata interpretata attraverso 4 calici di cristallo, sui quali poggiavano i piedi dell'artista che percorreva il lungo corridoio della Fondazione. La figura di MaraM si intravedeva soltanto dalle finestre e attraverso due video proiettati dalle finestre estreme dell'edificio. Il primo mostrava in tempo reale i movimenti dell'artista, l'altro svolgeva in loop il movimento dei passi sui cristalli, il cui suono inquietante faceva da sottofondo all'intera azione. Intanto l'artista sistemava in modo ordinato sui davanzali delle finestre del corridoio pile di libri messi inizialmente alla rinfusa: metafora della cultura come pilastro da cui far ripartire l'attività della Fondazione.
Una performance ricca di significati, piuttosto una denuncia dello stato pericolante della biblioteca, che in una certa misura è riuscita a diffondere questo importante messaggio. L'intera azione è durata un'ora ed hanno assistito un gruppo di appassionati affiancati spesso da curiosi che si fermavano per osservare, attirati in particolar modo dallo stridere dei cristalli sul pavimento. Un vero e proprio "happening", un qualcosa che è "avvenuto" improvvisamente, che ha scosso le persone nella loro normalità, irrompendo nella quotidianità per tentare di lasciare un'esperienza indelebile nelle loro menti. Non tutti avranno colto pienamente il senso, volutamente celato allo spettatore ignaro, ma lo svolgersi in un luogo pubblico dell'azione, il modo in cui essa dall'interno si rivolgeva all'esterno ha messo in comunicazione le due parti, ha creato un ponte, un messaggio che ha toccato gli animi sensibili e sfiorato almeno gli altri. 
Per meglio comprendere la mia descrizione aggiungo un breve video che ho personalmente girato, anche se non riesce a dare una completa visione della complessa performance. 

Annapaola Di Maio



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